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CLAUDE SAUTET - IL MESTIERE DI VIVERE

Curata dal critico cinematografico Alberto Cattini

Da diversi anni il cinema del carbone pone al centro delle sue iniziative straordinarie una riscoperta del cinema francese d’autore, seguendo un approccio monografico. Con questa impostazione che per certi versi può sembrare nostalgica o retrò, si vuole tornare a leggere l'opera cinematografica attraverso il segno autoriale del regista, così come si definisce e si evolve nell'arco di un'intera carriera, e di privilegiare una linea "umanista" del fare cinema - propria della produzione d'oltralpe – connotata da una suprema qualità di scrittura.
Dopo il successo delle retrospettive su Malle e Tavernier, nel 2017 si è scelto di rendere omaggio a Claude Sautet, regista che fin dal suo esordio si è segnalato per l’esattezza dei ritmi e delle psicologie e per l’attenzione verso “il mestiere di vivere”.
Per dare piena intelligenza dell'opera del maestro francese, si è scelto di proporre gli otto lungometraggi che meglio rappresentano la ricchezza e la sottigliezza della sua cifra autoriale.
La rassegna "Claude Sautet. Il mestiere di vivere" ha preso il via dal film d’esordio del regista francese, ASFALTO CHE SCOTTA, un noir psicologico interpretato da Lino Ventura, per passare poi all’intensa filmografia degli anni ’70, durante i quali Sautet si concentra sugli amori e le difficoltà di coltivarli e difenderli, sui tradimenti e i dolorosi risvegli, sulle solitudini rotte soltanto dalle amicizie, sulle sorellanze in reazione agli egoismi maschili. Romy Schneider è la sua musa, Michel Piccoli e Yves Montand i bravissimi partner che si alternano al fianco dell’attrice viennese naturalizzata parigina in film quali L'AMANTE, IL COMMISSARIO PELISSIER, E' SIMPATICO MA GLI ROMPEREI IL MUSO, TRE AMICI, LE MOGLI E (AFFETTUOSAMENTE) LE ALTRE, UNA DONNA SEMPLICE. La rassegna si è conclusa con i due capolavori degli anni ’90 - UN CUORE IN INVERNO e NELLY E M. ARNAUD -, quando Emmanuelle Béart si misura con due attori altrettanto fantastici, Daniel Auteuil e Michel Serrault.
La rassegna ha permesso di consolidare la partnership con il Circolo del Cinema Ėjzenštejn, realtà attiva sul territorio mantovano da oltre quarant'anno e sinonimo in città di attenzione al cinema di qualità. La collaborazione ha permesso di mettere in relazione le esperienze delle due realtà e di sviluppare nuove progettualità per il pubblico appassionato di cinema. Nella piena condivisione delle finalità e delle strategie del progetto, il Circolo del Cinema Ėjzenštejn ha seguito la programmazione artistica, definendo la selezione dei titoli e la redazione del catalogo dell'iniziativa, il cinema del carbone si è occupato degli aspetti organizzativi, tenendo i contatti con i distributori nazionali e internazionali, curando la sottotitolazione dei film, le pratiche legate ai diritti e la promozione della rassegna. La rassegna si è tenuta presso il cinema Oberdan, la sala del centro storico di Mantova che il cinema del carbone ha riaperto nel 2012 dopo più di dieci anni di inattività.
La direzione artistica del progetto e la redazione del catalogo è stata affidata ad Alberto Cattini del Circolo del Cinema Ejzenštejn. Critico cinematografico e teatrale, Cattini dirige la collana di sceneggiature originali edita dalla Casa del Mantegna di Mantova, che conta più di cento volumi e nella quale sono apparse, tra le altre, opere di Age e Scarpelli, Badalucco e Cecchi d’Amico, Scola e Zurlini. Autore di "Strutture e poetiche nel cinema italiano" (Bulzoni, 2002), per la collana «Il Castoro Cinema» ha pubblicato le monografie su Luis Buñuel (1978), Karel Reisz (1985), Volker Schlöndorff (1980). La gestione organizzativa della retrospettiva è stata seguita dallo staff del cinema del carbone, attivo a Mantova da quindici anni e impegnato nell'organizzazione di rassegne ed eventi cinematografici in collaborazione con cineteche e istituzioni nazionali e internazionali, nonché con associazioni e realtà culturali operanti sul territorio mantovano.

 
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