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Il ciliegio e la spada. Il Giappone al tempo dei samurai.

In collaborazione con il Circolo Il Cinema del Carbone di Mantova

Il codice d'onore dei samurai ha rappresentato per diversi secoli uno dei fondamenti della società nipponica. Con quattro film, un ciclo di lezioni e due incontri, Il ciliegio e la spada si è proposto come un percorso di avvicinamento alla cultura giapponese, che prende le mosse dalla figura del samurai per toccare gli aspetti fondamentali dell’etica, dell’estetica, del pensiero e della religione del paese del sol levante.

L’iniziativa, organizzata dalla Uicc e dal Cinema del carbone in collaborazione con l’Associazione Scuola di Cultura Contemporanea, ha preso il via venerdì 8 maggio per proseguire tra proiezioni e altri eventi fino alla fine del mese.
Nucleo centrale della manifestazione sono stati i quattro film in programma da venerdì 8 a lunedì 11 maggio. Attraverso le opere di quattro maestri – Akira Kurosawa, Yoji Yamada, Kei Kumai e Masaki Kobayashi – il pubblico ha avuto la possibilità di ripercorrere quarant’anni di cinema giapponese seguendo la “via del guerriero”.
L’appuntamento di apertura è stato venerdì 8 maggio con Kagemusha di Kurosawa, palma d’oro al Festival di Cannes 1980, opera di grande ricchezza visiva e splendido omaggio al grande secolo del rinascimento giapponese. La proiezione è stata preceduta da un buffet inaugurale con specialità giapponesi curato dall’Associazione Gohan di Vicenza.
Sabato 9 maggio, Giampiero Raganelli, esperto di cinema orientale e collaboratore dell’Istituto di Cultura Giapponese di Milano, ha presentato Il crepuscolo del samurai di Yoji Yamada, film di penombra che narra l’epilogo della stagione samuraica pochi anni prima dalla restaurazione voluta dall’imperatore Meiji che metterà fine alla stagione feudale.
Domenica 10 è stata la volta di Morte di un Maestro del tè di Kei Kumai, omaggio al maestro Rikyu che trasformò la cerimonia del tè praticata dai samurai in una alta meditazione sulla vita e sulla morte: un film – come ha scritto Lieta Tornabuoni – “estremamente affascinante, di grande bellezza figurativa e d’enigmatica spettacolarità”.
A chiusura del ciclo – lunedì 11 maggio - si è posto Harakiri di Masaki Kobayashi, film del 1962 e vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes, unanimemente considerato uno dei capisaldi della cinematografia giapponese.
Due gli eventi collaterali che nello stesso fine settimana hanno accompagnato alla visione dei film per svelare al pubblico due discipline apparentemente lontane ma in realtà profondamente connesse alla pratica samuraica. Sabato 9, alle ore 16, Jenny Favari – allieva della maestra Keiko Ando Mei, fondatrice del Centro di Cultura Giapponese di Milano - ha condotto Tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero, un incontro dimostrativo dedicato all’ikebana (la via dei fiori) e al suo legame con il bushido (la via del guerriero). Domenica 10, alle ore 18, in preparazione alla proiezione serale di Morte di un Maestro del tè si è tenuta una Introduzione all’arte del tè giapponese con degustazione finale curata dall’Associazione Italiana Cultura del Tè. L'incontro ha ripercorso la storia della diffusione del tè in Giappone dai primi riferimenti in epoca Heian e gli sviluppi dell'arte del tè e dei suoi principi estetici nel XVI secolo, fino alla figura di Sen Rikyu.
In collaborazione con Minerva è stato inoltre possibile – nei giorni della manifestazione – allestire un piccolo corner per la vendita di film giapponesi presenti nel catalogo Raro Video.
Per offrire un’ulteriore occasione di approfondimento per gli spettatori dei film, grazie alla collaborazione dell’Associazione Scuola di Cultura Contemporanea, si è pensato a un ciclo di lezioni di Il ciliegio e la spada. Per quattro venerdì consecutivi (con inizio alle ore 18.00), le lezioni si sono proposte come un’introduzione divulgativa ad alcuni aspetti fondamentali che caratterizzano lo spirito nipponico, che ancora oggi si riflette nella vita degli abitanti del Giappone, nei loro costumi, nelle abitudini e nella mentalità, passando dalla considerazione di aspetti più raffinati ed eruditi a quella di dimensioni più popolari. Questi i temi trattati nelle lezioni: Montagne e acque. Il paesaggio come origine della cultura giapponese (8 maggio); La tazza e il bastone. Le scuole buddhiste (15 maggio); La potenza del vuoto. Arte, pensiero e religione (22 maggio); La fragilità del fiore. La bellezza come modo di vivere (29 maggio).
Docente del corso è stato Marcello Ghilardi, dottore di ricerca in Estetica e Teoria delle Arti. Collabora con la cattedra di Estetica presso la Facoltà di Filosofia e con quella di Filosofia delle Culture presso il Master di Studi Interculturali dell’Università di Padova. Nel corso degli anni ha approfondito la conoscenza del pensiero cinese e giapponese studiando presso le università di Parigi, Pechino e Kyoto. Ha curato di recente il testo di Shitao, Sulla pittura (Milano, 2008) e il volume Vie per un’estetica interculturale (Milano, 2008).
A compimento del ciclo di iniziative era stata inizialmente prevista per domenica 24 maggio la visita guidata alla mostra Samuraiin corso di svolgimento a Palazzo Reale a Milano, che purtroppo non è stato possibile realizzare.
 
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